66. La prog. N.E.L. di potenza.


Questa centrale programmabile N.E.L. ha un range di uscita segnale regolabile da 93 a 113 dBuV, il tilt impostabile, preamplificatori all’interno inseribili, tele-alimentazione attivabile 12 volt, ricerca manuale, cancellazione di mux singoli indesiderati, auto-scansione ingresso per ingresso singolarmente, con scelta automatica dei multiplex migliori, qualora ricevuti da più antenne.

Alimentatorino esterno.

C’è la funzione soglia di aggancio ( monitor ) inseribile o NO, ed è impostabile con segnali in ingresso partendo da 50 dBuV fino a 60.

Se si inserisce questa funzione, quando un segnale viene a mancare o va sotto soglia impostata, la centrale disattiva quel mux, lo spegne, per poi riattivarlo quando il segnale ritorna presente e tonico, così da non far lavorare a vuoto il CAG.

Si possono fare le conversioni fino al 69, e nella programmazione manuale sono disponibili le frequenze fino al 48, così non si fanno errori.

Avevo programmato il 24 e 26, con in mezzo il 25 non programmato, allora vedendo la lunghezza delle spalle di quest’ultimo assente, ho pensato che si tratti di una selettività sull’adiacente ancora di 35 dB anzi che 50, ma problemi di certo non ce ne sono.

Gli ingressi UHF sono tre, e in casi molto ostici, se servissero 4 antenne UHF per avere il meglio di zona, sarebbe un problema.

Si può programmare anche tramite applicazione, ma io che non ho più 20 anni, preferisco il tastierino.

Si può inserire un codice di blocco.

L’unica prova che ho fatto è stata mettere la 21 – 39 sull’ingresso 1 e la 36 – 82 sull’ingresso 2, che entrambe puntano BARBIANO, ho avviato la prog automatica prima per l’ingresso 1, poi per l’ingresso 2, e lei aveva preso prima quasi tutto dall’ingresso 1, poi quando ha scansionato il 2, ha scelto il meglio fra le due antenne.

E la prova che ho fatto è stata quella di staccare l’antenna 36 – 82, allora ho visto in uscita che erano rimasti solo i mux 24, 25, 26, quindi significa che dal mux 32 in su ha preferito i segnali forniti dalla 36 – 82, che effettivamente sono tosti, e la 21 – 39 comincia a perdere veramente dal 39 in su.


Già con la N.E.L. piccolina ( 85 – 105 dB ), a pensarci bene, si farebbero funzionare il 95 % degli impianti, dotati ovviamente di una distribuzione che non attenui più di 40 dB, e non di quelle con cavi stravecchi che ne perdono 70, lì bisogna rifare tutta la distribuzione e dopo è tutto in discesa.

La “bazza” è stata la riduzione drastica a 13 multiplex utili da considerare obbligatoriamente … adesso è facile fare le centrali programmabili, anche regolate al massimo non vanno mai in saturazione, c’è appena un leggerissimo peggioramento del MER, ma assolutamente lontano da rendere la ricezione impossibile.

Una volta quando eravamo ancora con i segnali analogici, un ottimo segnale d’antenna alla presa, era di 70 dBuV ( 3000 uV ), ma già con 60 dBuV ( 1000 uV ) la “nebbia” ( insufficiente rapporto segnale rumore ) sull’immagine televisiva era scongiurata.

Perciò, visto che in digitale bisogna stare a -12 dB rispetto alle vecchie misure elettriche ( tensione ) di una volta, vuol dire che quei 70 analogici del passato, diventano adesso 58 di “potenza” digitale, e i 60 diventano 48 dBuV.

Se poi tutti sapessero che un TV comincia a squadrettare quando si scende di potenza al di sotto dei 24 dBuV alla sua presa d’antenna, si capirebbe anche meglio il perchè le norme sulle potenze da dare in presa, in presenza di segnali oramai solo numerico-digitali da anni, dicono di stare dai 45 ai 74 dBuV, e per fortuna che i TV reggono benissimo anche con segnali di gran lunga superiori agli 80 dBuV …