69. Schemi di impianti interni.


Prima soluzione, distribuzione “a stella”: entra il nostro cavo d’antenna dal derivatore posto nel vano scala.

Oppure, ci arriva in casa un cavo sotto intonaco in verticale, che proviene intubato solo per noi e che parte dal sottotetto, dove ci saranno probabilmente tutti i derivatori con tanti prelievi, quanti sono gli appartamenti = distribuzione primaria tutta nel sottotetto, con gli ultimi derivatori “chiusi” / “terminati” con le obbligatorie resistenze da 75 ohm sul morsetto di uscita ( detto “montante”) inutilizzato ( per cui va sempre “caricato” con l’opportuna resistenza di chiusura ).

Oppure ancora, cavo che scende in esterno dal tetto, entra in casa e in generale dispone di un buon segnale, questo segnale può provenire da una propria antenna singola, o dall’impianto centrale a monte, magari sempre dal sottotetto, non ci importa molto da che tipo di impianto proviene, se il segnale per noi è buono.

Se il segnale è buono, lo si può dividere anche in 6 linee, per fare appunto 6 prese “dirette” a perdita 0 dB, e non ci va nessuna resistenza di chiusura di sorta.

Usando del buon cavo da 6,8 mm., le perdite sono trascurabili.

Il partitore per le 6 linee nel disegno è il PA 6 Fracarro, ma vanno bene tutti gli equivalenti di altre marche, sempre partitori, divisori, splitter … NON va bene in questo caso l’uso di un “derivatore”, che è tutta un’altra cosa, perchè si vede chiaramente che viene impiegato nella distribuzione all’esterno dell’appartamento, e andrebbero a sommarsi due prelievi in serie, uno fuori e quello in casa, col risultato di avere spesso troppa attenuazione.

Dato che è rarissimo mettere derivatori in casa, quando fuori vi è già il derivatore condominiale con il segnale giusto per noi, si misura, e se proprio stranamente vi è una potenza quasi esagerata, per non avere ancora troppo, si opta per il derivatore anche in casa, sempre “chiuso” a regola d’arte.


Qui l’impianto è a “prese passanti” ( in serie / concatenate ).

Sempre avendo a disposizione 70 dBuV di potenza, si può anche optare per un impianto a prese in serie “differenziate”, cioè con attenuazioni a scalare, questo per bilanciare il più possibile le misure fra le varie prese.

Un caso limite che mi capitò tanti anni fa, fu che i muratori avevano già creato di testa loro una linea “treno” nell’appartamento, di ben 9 prese tutte in serie, e non si poteva più cambiare idea di progetto.

Bisognava inventarsi in fretta una soluzione, allora misurammo cosa c’era di segnale nel cavo di arrivo, e visto che c’era il giusto, bisognava “spingere” in modo da arrivare all’ultima presa con un segnale decente.

Fortunatamente alla partenza avevano murato una scatola con anche tubino per la linea 230 V, in previsione di un centralino ( che culo! ).

Allora decisi di procurarmi 9 prese passanti Ticino, quelle induttive con circuito simil SIEMENS, quelle con le 4 viti, le solite di allora insomma, perchè attenuavano 10 dB in UHF e solo 1 dB di passaggio / transito, ( le differenziate a scalare non c’erano ancora ).

A monte ci misi un amplificatore di linea da 25 dB dell’Offel, il “treno” era anche perfino lungo ( 50 metri circa ), ma ricordo che alla prima presa arrivai un po’ “allegro” con degli 84 dBuV, e all’ultima ( con resistenza di chiusura ) arrivai con 64 dBuV, quindi perfetto, 9 dB dei vari passaggi e diciamo 11 di attenuazione del cavo ( FMC 00399 ).

Chissà se quell’appartamento è ancora fatto così.


La più sconosciuta “presa derivata per 2 TV”.

Detta anche “partitore camuffato da presa passante”, o “presa a partitore”.

E’ l’uovo di colombo quando da una sola presa in casa, su scatola 503 Ticino, qualcuno decide di volerne una seconda in un’altra stanza, fa fare la tagliola fino sempre a una scatola 503.

Allora ci si procura la 4/2 ( Offel ) o equivalente, la si mette al posto di dov’era la vecchia, e la vecchia ( derivata 0 dB / diretta ), la si mette come seconda nella nuova scatola.

Adesso che ci sono partitori a 2 uscite veramente molto piccoli, si riesce anche a farlo stare nella prima scatola, insieme a una presa “diretta”, poi il cavo riparte sempre e va a fare l’altra presa nuova sempre diretta.

Così facendo, in entrambi i casi, il partitore c’è ma non si vede.

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Poi vi sono altri tipi di distribuzione interna negli appartamenti, anche perchè questi ultimi sono fatti nei modi più svariati, su più piani, per il lungo, due uniti sullo stesso pianerottolo … .


Questo è come è fatto l’interno di tutti i derivatori, da diversi anni a questa parte.

Vi è un unico prelievo seguito da un partitore, di solito formato da 3 splitter a 2 uscite, che come al solito avrà una separazione fra le uscite “derivate”, dei soliti 20 dB.

Però ho aperto uno di quelli a bassa perdita sulle uscite “derivate”, da soltanto 10 dB, e perdita di passaggio 4,5, allora con mia meraviglia ho visto che il montante in entrata incontrava un normalissimo splitter a 2 uscite, una continuava come montante e l’altra andava al partitore a 4 vie, allora comodo fare così.

Quindi abbiamo un – 4 circa, seguito da un – 7, e viene dichiarato – 10 sui prelievi penso per comodità.

A questo punto è meglio utilizzarlo SOLO come ultimo derivatore di colonna, ma la chiusura a 75 ohm non so fino a che punto sia ottimale.

Vale la regola che, più alta è l’attenuazione sui prelievi, più bassa è la perdita di passaggio / transito del segnale sul montante.

Difatti un derivatore con dei prelievi da – 26 dB, avrà una perdita di passaggio di 1,5 o 2 dB.

E un derivatore da – 26 dB a 1 prelievo solo, perdeva di passaggio solo 0,8 dB.

Da un minimo di un prelievo a un massimo di 8, la perdita di passaggio cresce in proporzione.

I valori più comuni sono – 26, 22, 18, 14, 10.

Poi si vedono anche dei – 20, 16, 12 …


Questo è un derivatore a 6 prelievi da – 16 dB, e la perdita di passaggio è dichiarata “media – 5,5 dB” ( GOSH! ).

E anche per il – 20 dB a 8 prelievi è dichiarata sempre la media di – 5,5 dB, e ci può stare.


L’ingresso è quello con la freccia in giù, l’uscita è l’altra freccia, però a occhio è un bel po’ complesso.

Mi sembra pieno di splitter a 2 uscite ( quelli cilindrici con la ferrite ), compreso quello che fa da prelievo primario vicino a dove passa il segnale del montante, poi al centro il segnale prelevato pare diviso per 2, poi a sua volta ancora diviso per 2, e infine ancora per 2 a formare 8 prelievi ma con 2 dei quali si smorzano sullo stampato, così diventano 6 e hanno tutti lo stesso segnale.

E le misure sui vari prelievi rasentano la perfezione.